Quando la Medicina Rigenerativa può sostituire o rimandare l’intervento chirurgico

Negli ultimi anni ho sviluppato enormemente la mia conoscenza in Medicina Rigenerativa andando a studiare nel dettaglio come il nostro organismo è in grado di “difendersi” a seguito di eventi traumatici.

L’esempio più classico è rappresentato dalla rottura di un osso a seguito di una caduta.
Il dolore provato è sicuramente molto forte, ma meno di quanto si possa immaginare. Questo perché le endorfine svolgono funzione anestetica.

Grazie allo sviluppo tecnico-scientifico degli ultimi anni siamo oggi in grado di capire come il nostro organismo è in grado di fare fronte a situazioni traumatiche come quelle di una rottura di un osso.

In ambito ortopedico possiamo addirittura conoscere come il nostro corpo risponde all’usura del tempo.

La Medicina Rigenerativa può essere idealmente suddivisa in 4 settori.

LUBRIFICAZIONE:
Oggi conosciamo tutti gli acidi ialuronici, la cui “scoperta” e utilizzo risale ormai a 20/25 anni fa.
Grazie allo sviluppo tecnologico vissuto negli ultimi anni possiamo creare degli acidi ialuronici veramente eccezionali dal punto di vista della lubrificazione.

Si pensi al caso di una Artrosi. La lubrificazione con acidi ialuronici può rappresentare sicuramente un’ottima scelta terapeutica.

Va sottolineato, tuttavia, che dopo i 30 anni gli acidi ialuronici non hanno potere rigenerativo. Possono quindi trattare una patologia, ma non farla regredire.

COLLAGENE:
Se ne sente parlare spesso in ambito estetico come “riempitivi delle rughe”.

In campo ortopedico la cartilagine – a seguito dell’usura – può presentare dei veri e propri solchi sulla sua superficie. È possibile quindi “riempire” tali solchi con il collagene, rendendo il tutto più levigato.

Segnalo che tali trattamenti presentano una buona tenuta nel tempo.

FATTORI DI CRESCITA:
Molti hanno sentito parlare, soprattutto in campo sportivo, del PRP.

Si tratta di elementi presenti nel sangue periferico che vengono lavorati per produrre, ad esempio, piastrine in grado di trattare l’Artrosi di grado 1 e 2.

TERAPIA RIGENERATIVA:
Si parla di cellule staminali mesenchimali, che vanno tenute ben distinte dalle cellule staminali cordonali (del cordone ombelicale). Queste ultime sono cellule che non si sono ancora “differenziate” e sviluppate. Di conseguenza possono anche presentare rischi cancerogeni.

Personalmente le cellule che utilizzo sono solo le staminali mesenchimali, ovvero cellule già adulte e formate in grado di contribuire con maggiore specializzazione.

Ad esempio, una cellula staminale mesenchimale inserita in un’articolazione può differenziarsi nelle cellule che costituiscono quello stesso tessuto. In sostanza, sono rigenerative perché sono in grado di differenziarsi nel tessuto ospite.

L’attenzione fondamentale risiede nel non totalizzare questa terapia in ogni patologia. Il grado patologico, infatti, rappresenta un aspetto fondamentale da tenere in considerazione ai fini dell’efficacia e della durabilità nel tempo.